Carissimi Bambini e Ragazzi,
vi raggiungo con queste mie semplici parole, provando ad esprimere quanto abbiamo a cuore il vostro bene e la vostra crescita, soprattutto in questo tempo, difficile da comprendere e da vivere.
Fino a due settimane fa eravate voi a raggiungerci a scuola. Il suono della campanella puntuale scandiva le nostre giornate scolastiche; l’aula era il luogo dell’incontro con gli insegnanti, dell’amicizia con i compagni, lo spazio in cui insieme costruivate nuovi saperi. Oggi è la scuola che viene a cercarvi, che desidera raggiungervi a casa, dove, in virtù di una responsabilità condivisa, siamo tenuti a restare.
Nel sacrificio, quale opportunità straordinaria, cari bambini e ragazzi, ci viene offerta!
Quell’ incontro, fino a poco tempo fa scontato; qualche volta, forse, non pienamente vissuto o evitato, nonostante la presenza fisica, oggi si rivela a noi come la ragione profonda dell’essere scuola. Il bisogno di incontrarvi, cari bambini e ragazzi, ha spinto i vostri insegnanti a cose straordinarie, a ripensare e ridefinire il loro modo di fare scuola. Lo hanno fatto con grande impegno e non con poche difficoltà perché vi vogliono bene, compiendo al meglio i propri doveri professionali. So che anche voi siete a loro legati, perché i vostri insegnanti condividono con me quanto state vivendo e realizzando, con il sostegno preziosissimo dei vostri genitori.
E’ bello pensare all’incontro tra noi come ad un’opportunità; vivere quest’incontro come un appuntamento atteso che si realizza attraverso una connessione che prima ancora che tecnologica è dei sentimenti e delle intelligenze. Oggi più che mai restiamo connessi, in un legame forte di relazione ed interdipendenza, con i nostri affetti più cari, genitori e nonni, ma anche con chi è solo ed è nella sofferenza.
Affidatevi ai vostri insegnanti, studiate, coltivate le relazioni tra voi, ma soprattutto non lasciatevi imprigionare dalla noia. Liberate i sogni, in quantità…i sogni non occupano lo spazio saturandolo, ma abbattono barriere, aprono orizzonti. Cercate ciò che vi rallegra in quanto unico nutrimento per le vostre menti: Inde quippe animus pascitur, unde laetatur (Sant’Agostino, Confessioni, XIII, 27, 42). Nutrite, dunque, bene la vostra mente con letture piacevoli e buona musica, arte, giochi, chiacchierate serene con i vostri genitori, videochiamate con nonni ed amici, perché no, anche col silenzio: luogo segreto in cui risuona la voce del cuore e del pensiero.
In questo tempo rallegrarsi è vita, è coltivare speranza, cari bambini e ragazzi, è libertà.
Rallegrarsi è cosa ben più profonda del divertirsi. E’ quella sensazione che per, esempio, a me suscita in modo sempre nuovo, la visione in cielo dell’Arcobaleno…quanti meravigliosi disegni realizzati da voi mi sono arrivati…per ognuno un sorriso. La Bellezza dell’Arcobaleno rallegra il cuore, ma solo dopo la tempesta. Dedico, dunque, a voi, Bambini delle scuole dell’Infanzia e Primaria, Ragazzi della secondaria, questa filastrocca di Gianni Rodari:
Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l'arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è il male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
Vi abbraccio, con affetto